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Oggi, 25 aprile 2023, è un giorno di festa

Oggi, 25 aprile 2023, è un giorno di festa. Di festa e di lavoro.
E’ un giorno di festa perché commemoriamo le donne e gli uomini che si batterono contro il nazi-fascismo e sappiamo che, se anche la Repubblica Italiana dovesse durare altri mille anni, gli italiani in buona fede continueranno a dire: “Quella fu la nostra ora migliore”. E’ un giorno di lavoro perché un compito difficile e necessario ci attende: ereditare l’antifascismo dei padri e dei nonni. Un’eredità come questa, infatti, non ci piove addosso, bisogna guadagnarsela, meritarsela, bisogna farla propria.
Io credo che, per poter divenire eredi dell’antifascismo novecentesco, si debba rinnovarlo. Oggi è finalmente possibile un antifascismo civico, non più ideologico, un antifascismo che non imponga ad alcuni lo schieramento sotto bandiere ben tinte ma a tutti di prendre posizione sotto la bandiera della democrazia. La democrazia di tradizione europea, liberale, piena e compiuta. Non ne esiste un'altra.
Oggi, consumate le sanguinose diatribe politico-ideologiche novecentesche, è finalmente possibile un antifascismo di tutti, di tutti i sinceri democratici. La gloriosa lotta contro il nazifascismo ebbe tanti significati diversi per chi la combatté. Per noi che la ricordiamo – e onoriamo – oggi, in questo 25 aprile del 2023, ha un solo significato: in essa dimora il fondamento della nostra Repubblica, della nostra democrazia, della nostra civiltà.
Chiunque oggi non trovi in sé stesso e nella propria storia i motivi per unirsi, senza remore e senza distinguo, alla festa – e ai doveri civici che comporta – si pone fuori dalla nostra Repubblica, dalla nostra democrazia, dalla nostra civiltà.

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