Gli anni che non stiamo vivendo

Dal delitto di Cogne a quello di Garlasco, dalla strage di Columbine a quella di Erba, dalla Prima guerra del Golfo al terrorismo mediatico, i funerali di Giovanni Paolo II e l’elezione di Barack Obama, l’allarme pedofilia e l’emergenza ambientale, il nichilismo sessuale e quello giovanile, e poi gli outlet, i centri benessere, le sale massaggi, le badanti rumene e le badanti oscene. Raccontando una serie di clamorosi casi di cronaca e analizzando i nuovi miti d’oggi, Antonio Scurati offre una mappatura del presente – dei suoi vizi, dei suoi limiti, delle sue inconsistenze. Con sguardo lucido e impietoso, con forza etica e polemica, con affilata sensibilità letteraria, Scurati riflette sulla trasformazione della nostra società, caratterizzata da un tempo che si consuma nella frammentazione e nell’istantaneità, senza darci modo di capirlo. E neanche di viverlo. Quando, infatti, si è condannati a vivere nell’istante, quando non c’è altro orizzonte che il presente, nessun Carpe Diem è più possibile. Non a caso, in questa nuova dimensione dell’effimero trionfante, sembra che la cultura, la letteratura e gli intellettuali non abbiano più niente da dire. Che la loro voce non abbia abbastanza forza di fronte al volume delle voci televisive. Ma non è così. E questo libro ce lo dimostra

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